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FutScout – Tiri & Goal

La sabermetrica (da S.A.B.R., Society for American Baseball Research), cioè l’analisi empirica di ciò che avviene sul “diamante” (il campo da gioco da baseball) tramite l’uso di statistiche, ha incredibilmente cambiato le modalità di analisi della performance e dello scouting nel mondo del baseball.

Moneyball

Sulla scia del successo della sabermetrica nel baseball testimoniato dalla notoria vicenda di Billy Beane, general manager degli Oakland Athletics, sulla cui storia è basato il libro, poi diventato film “Moneyball: the Art of Winning an Unfair Game”, l’uso delle statistiche avanzate si è propagato anche agli altri sport, partendo da quelli americani, come basket e hockey, fino ad arrivare anche alla pallavolo, al calcio ed infine al futsal. Ma sia nel calcio che nel futsal questo tipo di analisi non ha trovato lo stesso terreno fertile offerto dagli altri sport in cui è letteralmente esploso.

Il principale problema, almeno a livello di analytics “pubbliche”, è che nel calcio come nel futsal, pur avendo a disposizione un ampio spettro di statistiche semplici, si registra un volume di eventi individuali (soprattutto di quello principe: il goal) nettamente inferiore .

Si è quindi cercato di aggirare questo ostacolo tramite l’uso di statistiche di squadra, piuttosto che relative ai singoli, lavorando principalmente sui tiri.

La schermata principale di FutScout
I principali indici presenti in FutScout

La statistica avanzata che misura la superiorità al tiro è il Total Shots Ratio (TSR). Il TSR è il rapporto tra il numero di tiri effettuati e la somma tra il numero di tiri effettuati e di tiri subiti. Il risultato può essere espresso sia in forma decimale che in forma percentuale: ogni 10 tiri complessivi, una squadra con un TSR del 70% (o dello 0,7) effettua 7 tiri e ne subisce 3.

Analogo al TSR è lo Shots on Target Ratio (SoTR), in quanto rappresenta la percentuale di tiri in porta effettuati rispetto alla somma di tiri in porta fatti e subiti.

Altra statistica interessante è il PDO. In questo caso non si tratta di un acronimo, ma l’ideatore dell’indice Vic Ferrari, ribattezzò così la somma, espressa in percentuale, tra il tasso di conversione (il numero di reti segnate diviso per il numero di tiri effettuati) e di tasso salvataggio di una squadra (1 meno il numero di reti subite diviso per il numero di tiri subiti) moltiplicata per 10.

In generale il PDO medio in un campionato è sempre di 1000, quindi, alla luce di quanto sia relativamente aleatoria e rapida la regressione verso la media di questo indice, potremmo considerare, in maniera alquanto approssimata, “sfortunate” le squadre con un PDO inferiore a 1000 e “fortunate” quelle con un PDO superiore a 1000.